Sulla scia dell'assassinio di Charlie Kirk, vedremo molti account che spingono, di fatto, per una guerra civile negli Stati Uniti. Questo include il principale provocatore, Elon Musk, ma anche un esercito di bot russi e cinesi e i loro fedeli sostenitori in Occidente.
— Branislav Slantchev (@slantchev) 10 settembre 2025
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Aumentano i timori di manipolazione mentre i bot invadono i social media
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Per:Cointribune
Meno di ventiquattro ore dopo l'assassinio di Charlie Kirk nello Utah, il social network X è stato sommerso da messaggi che invocavano vendetta e menzionavano una guerra civile. Migliaia di post, spesso scritti con termini identici, indicano la sinistra come responsabile. Di fronte a questa ondata, diversi ricercatori sospettano un'amplificazione artificiale. Dietro questi appelli alla violenza, alcuni account mostrano caratteristiche tipiche di reti automatizzate.

In breve
- L'assassinio di Charlie Kirk ha scatenato un'ondata di messaggi che invocano la guerra civile sulla piattaforma X (ex Twitter).
- Molti account con profili sospetti hanno diffuso messaggi identici, alimentando i sospetti di una campagna coordinata.
- I ricercatori notano segni caratteristici di reti di bot: foto generate dall'IA, biografie generiche, bassa attività precedente.
- Ad oggi non è stata stabilita alcuna prova formale di un'operazione coordinata, ma esistono precedenti preoccupanti.
Appelli alla guerra civile dalle prime ore
Poche ore dopo l'annuncio dell'assassinio di Charlie Kirk, avvenuto durante un evento a Salt Lake City (Utah), la piattaforma X (ex-Twitter) è stata inondata da messaggi ostili che invocavano la guerra civile o rappresaglie contro la sinistra americana, mentre l'UE si sta preparando a imporre sanzioni significative contro il suddetto social network.
Questi post, spesso ripetuti parola per parola, hanno rapidamente attirato l'attenzione per il loro tono bellicoso e la rapida diffusione. Frasi come “Questa è guerra”, “La sinistra pagherà per questo” o “Non avete idea di cosa sta arrivando” sono state ripetute molte volte, provenienti da account con profili molto simili e poco coinvolgenti.
Il politologo Branislav Slantchev, professore presso l'Università di San Diego, ha riassunto la situazione su X come segue: “vedremo molti account che spingono effettivamente verso una guerra civile negli Stati Uniti. Questo include il principale provocatore, Elon Musk, ma anche un esercito di bot russi e cinesi, così come i loro zelanti relay in Occidente”.
Ciò che molti utenti e ricercatori hanno notato è la forte concentrazione di profili che soddisfano criteri ricorrenti, suggerendo un'amplificazione algoritmica o automatizzata dei contenuti :
- Immagini del profilo generate dall'IA o prese da banche immagini ;
- Biografie generiche, spesso limitate a poche parole chiave (Christian, MAGA, Patriot, ecc.) ;
- Menzioni sistematiche come “NO DMs” presenti su molti account coinvolti in questa diffusione ;
- Bandiere e visual patriottici, bandiere americane o citazioni di figure conservatrici ;
- Storia di attività molto bassa, al di fuori delle pubblicazioni relative a questo evento ;
- Tempistiche di pubblicazione molto ravvicinate, con messaggi simili pubblicati più volte.
Questi elementi, presi singolarmente, non costituiscono una prova formale di automazione. Tuttavia, la loro accumulazione e omogeneità hanno alimentato i sospetti di un'operazione di disinformazione o amplificazione orchestrata su X, sfruttando lo shock causato dall'assassinio di Kirk.
Sospetti di manipolazione algoritmica senza prove formali
Sebbene i segnali di una possibile manipolazione orchestrata siano numerosi, nessuna autorità pubblica, centro di cybersecurity o grande piattaforma ha finora confermato l'esistenza di una campagna coordinata di bot legata a questo evento.
Tuttavia, diversi studi ricordano che operazioni straniere volte ad amplificare il discorso polarizzante, come “Spamouflage” (rete attribuita alla Cina) o “Doppelgänger” (campagna di influenza pro-russa), hanno già preso di mira gli Stati Uniti tramite reti di account falsi e contenuti generati dall'IA.
Nel 2024, un'indagine di Global Witness aveva identificato 45 account dall'aspetto ordinario, che da soli avevano generato oltre 4 miliardi di impressioni attorno a contenuti polarizzanti.
L'evoluzione rapida delle tecnologie legate all'intelligenza artificiale rende ora queste campagne più difficili da individuare. Pubblicazioni con toni umani, ortografia impeccabile e pubblicate in orari credibili possono ora essere prodotte su scala industriale.
Uno studio pubblicato su Plos One lo scorso febbraio indica inoltre che, dall'acquisizione di X da parte di Elon Musk, il volume dei discorsi d'odio è aumentato, senza che la proporzione di account non autentici sia diminuita.
Mentre l'ONU mette sempre più in guardia contro i deepfake, la portata e la virulenza di questa nuova ondata di appelli alla guerra civile su X potrebbero essere solo i primi segnali di una battaglia più ampia, combattuta tramite algoritmi e server. Se la tesi dell'interferenza straniera resta da confermare, essa mette in luce una verità fondamentale: il caos politico moderno non scoppia più solo alle urne o per strada, ma anche, e forse soprattutto, dietro le quinte del codice.
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